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Trapani, fra mafia e servizi deviati

Limes - 1 febbraio 2005 - di Salvo Palazzolo

Giovanni Falcone andò via da Palermo con un rimpianto, non essere riuscito a indagare sulle attività di Gladio in Sicilia, che aveva avuto base a Trapani, con il nome di Centro Scorpione. La struttura segreta creata in funzione anticomunista negli anni Cinquanta era stata riconvertita trent’anni dopo in funzione antimafia, almeno così dissero i vertici del Servizio segreto militare quando Gladio fu svelata al paese dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, nel 1990. Ma quale attività contro la mafia aveva svolto il Centro Scorpione dall’anno della sua inaugurazione, ufficialmente il…

La pista americana

Quanti misteri restano nelle indagini sulle stragi di mafia del 1992-93: il biennio in cui è nata la nuova mafia, ma anche la nuova politica. Allora la parola-chiave era: trattativa. Tra gli uomini di Cosa nostra e lo Stato. E oggi?

Diario - 22 ottobre 2004 - di Gianni Barbacetto - Salvo Palazzolo

C’è una nuova «pista americana» nelle indagini sulle stragi di mafia del1992-93. Una traccia che parte dalla Sicilia e arriva negli Stati Uniti, attraverso un’inedita trattativa. Ed è l’ennesimo enigma che si aggiunge ai già numerosi misteri accumulati, in dodici anni d’indagini e processi, a proposito del biennio cruciale della storia italiana recente, quello in cui nasce la «seconda Repubblica». L’ultimo tassello di questa nuova «pista americana» lo mette Paolo Bellini, un fascista che, dopo essere uscito dalla storia dell’eversione di destra degli anni Settanta, è entrato in quella dei rapporti tra la mafia e gli…

Stragi, nessun nuovo magistrato sarà applicato a Caltanissetta

Gianfranco Donadio rimane alla superprocura

Giornale di Sicilia - 19 febbraio 2004 - di Giuseppe Martorana

CALTANISSETTA. Nessun magistrato sarà applicato a Caltanissetta per coordinare le indagini sulle stragi mafiose del 1992. Le settimane scorse era stata deciso l’applicazione di Gianfranco Donadio, componente del pool «servizio stragi», da parte della Procura nazionale antimafia. La sua applicazione a Caltanissetta era data per certa, tant'è che Gianfranco Donadio presente all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Caltanissetta avesse anche visionato la stanza che gli sarebbe stata assegnata. Le indagini sulle stragi continueranno a farle i magistrati nisseni. Questi ultimi si sono divisi i compiti in base ai filoni di indagine. Il…

Caltanissetta, un nuovo pm per le inchieste sulle stragi

Gianfranco Donadio potrebbe essere «applicato»

Giornale di Sicilia - 12 gennaio 2004 - di Giuseppe Martorana

Un nuovo magistrato per coordinare le indagini sulle stragi del ’92. Si tratta di Gianfranco Donadio, che potrebbe essere «applicato» nei prossimi giorni alla Procura di Caltanissetta. Attualmente fa parte del pool «Servizio stragi» istituito nei mesi scorsi dal procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna. Donadio prenderebbe il posto di Francesco Paolo Giordano, il procuratore aggiunto applicato alla Procura generale di Catania, «alla guida» delle indagini sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Un posto, quello di procuratore «aggiunto » a Caltanissetta, che però, resterà vacante sino a quando…

Se telefonando…

Il Nostro Inviato alle Origini di Forza Italia - C'è un contatto diretto, nel 1994, tra Silvio Berlusconi e un uomo al lavoro per costruire il "partito di Cosa nostra". È emerso al processo palermitano per mafia contro Dell'Utri

Diario - 21 marzo 2003 - di Gianni Barbacettop

MILANO. C’è stato un contatto telefonico diretto, nel 1994, agli albori di Forza Italia, tra Silvio Berlusconi e un uomo allora impegnato a costruire «il partito di Cosa nostra». Lo ha raccontato un consulente della procura di Palermo, Gioacchino Genchi, in una delle udienze del processo in corso nella città siciliana con imputato Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. A telefonare ad Arcore, al numero riservato di Berlusconi, alle ore 18.43 del 4 febbraio 1994, è il principe Domenico Napoleone Orsini. Esponente dell’aristocrazia nera romana, massone, Orsini…

I giudici di via D’Amelio: “Non si è voluto indagare”

I tempi del massacro furono accelerati dopo l'intervista del magistrato su Dell'Utri Mangano e Berlusconi. Rivalutato Scarantino. "La vittima si era opposta alla trattativa Stato-boss". Le motivazioni della sentenza d'appello sulla strage Borsellino gettano nuove ombre: "Carenze investigative non casuali" - Resta il mistero sul ruolo dei servizi

Repubblica - 18 dicembre 2002 - di Salvo Palazzolo

Perché non si è indagato a fondo sulla strage Borsellino? Chi fermò quegli investigatori che avevano scoperto strani contatti fra i killer di via D'Amelio e una fantomatica struttura dei servizi segreti ospitata al Cerisdi? Per la prima volta, dopo dieci anni di misteri, i giudici di Caltanissetta avanzano un terribile sospetto: «I vuoti di conoscenza che tuttora permangono nella ricostruzione dell'intera operazione che portò alla strage di via D'Amelio possono essere imputati anche a carenze investigative non casuali». E non è la sola drammatica certezza che esprime la sentenza…

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