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Niente patrocinio per Zucco

Processo Cordì, il perito: «Ecco tutti gli spostamenti»

il Quotidiano - 9 ottobre 2008 - di Pino Lombardo

LOCRI – Ripresa ieri l’audizione del perito Gioacchino Genchi iniziata lo scorso 25 luglio e rientrante nell’ambito del procedimento penale inerente l’assassinio di Salvatore Cordì in corso presso la Corte d’Assise di Locri presieduta dal giudice Bruno Muscolo con a latere il togato Frabotta e che vede imputato, con l’accusa di essere stato il “segnalatore” che il pomeriggio del 31 maggio 2005 segnalò ai killer il momento propizio per entrare in azione, Domenico Zucco. L’audizione del perito riveste una grande importanza per l’andamento processuale dal momento che già il teste nel corso dell’udienza del 25 luglio avena detto non solo che il cellulare dell’imputato non si era acceso accidentalmente, ma anche che era compatibile la sua presenza nell’area teatro dell’evento omicidiario nel momento in cui veniva assassinato Cordì. E questo, spiegava Genchi, non solo perché le celle agganciate dal cellulare dell’imputato erano quelle di via Gramsci di Siderno e della cabina Enel di Locri, ma soprattutto perché l’analisi della circostanza che il “rumore-sparo” veniva “registrato” contestualmente dal cellulare di Zucco e dai telefoni del pizzaiolo e della commerciante che “registrano” anche il secondo sparo, mentre il cellulare di Domenico Zucco non poteva più farlo perché era cessata la conversazione. L’avvio dell’udienza, che si è rilevata di grande intensità, è stata caratterizzata sia dalle comunicazione fatte dal presidente Muscolo alle parti che erano pervenuti, trasmessi dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, gli atti originali inerenti la relazione che il perito Genchi aveva redatto durante la fase del processo con il rito abbreviato, e che aveva trasmesso in cd alla stessa corte il 28 luglio, nonché dalla richiesta del sostituto procuratore della direzione distrettuale reggina, Antonio De Bernardo, di escludere Zucco dal beneficio del gratuito patrocinio a seguito dell’emanazione della norma che esclude da tale beneficio, a prescindere dal reddito, tutti coloro che hanno subito una condanna definitiva per reati di mafia e per droga (come già era avvenuto nel processo Congiusta nei confronti di Tommaso Costa). “Domenico Zucco – sottolineava De Bernardo – è già stato condannato per reati inerenti il 416 bis con le aggravanti dell’articolo 7”. Alla richiesta si opponeva con determinazione l’avvocato Adriana Bartolo, legale dell’imputato, sottolineando che allo stato non c’è una norma transitoria che indica come procedere nei confronti di coloro che sono stati ammessi al beneficio del gratuito patrocinio prima della promulgazione della legge. Poi sul banco dei testi saliva il perito Gioacchino Genchi che, su invito del sostituto De Bernardo iniziava ad evidenziare alla Corte quanto accertato attraverso l’esame delle chiamate in arrivo ed in uscita effettuate dal cellulare di Domenico Zucco il 31 maggio 2005 giorno in cui veniva assassinato Salvatore Cordì. La sua testimonianza è stata fortemente contestata dall’avvocato Bartolo per due ordini di motivi. Il primo inerente la circostanza che il perito, con la sua testimonianza, stesse facendo entrare nel processo “elementi nuovi e non processualizzati”, mentre il secondo riguardava la circostanza che le argomentazioni utilizzate non si trovassero negli atti in possesso della difesa. La testimonianza del valente perito proseguiva grazie agli interventi chiarificatori che il presidente Muscolo effettuava ad ogni opposizione della difesa dell’imputato. Genchi, col piglio dell’esperto “investigatore”, attraverso la sequenza cronologica delle chiamate ricevute ed effettuate dal cellulare dell’imputato nonché l’esame del “tracciamento” delle chiamate ed i verbali delle intercettazioni effettuati sui cellulari intestati a Domenico Zucco, Giusepe Zucco ed Antonio Panetta, e la loro interconnessione, indica non solo chi fossero gli interlocutori, ed in uso a chi fossero i cellulari intercettati, ma gli “spostamenti” che il giovane fece quel 31 maggio 2005 a partire dal mattino quando si accingeva a partire per Catania per farsi curare un braccio. Affermazione improntata sull’anali – si della telefonata delle ore 7,16 avuta con un interlocutore sconosciuto. Il perito nella indicazione degli “spostamenti” di Zucco, analizzando la telefonata effettuata alle ore 8,59 con la quale annunciava alla fidanza che alle tre sarebbe stato di ritorno a Rosarno, afferma che il giovane “si trovava nei pressi di Scilla”. Il prosieguo Genchi lo dirà nel corso dell’udienza fissata per il 23 ottobre.

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