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Accusato di calunnia, no gip ad archiviazione per Montante

Ansa - 9 dicembre 2020 - di Redazione

Il gip di Caltanissetta ha rigettato per la seconda volta la richiesta di archiviazione nei confronti di Antonello Montante e Alfonso Cicero che il prossimo 11 febbraio, dunque, si troveranno sul banco degli imputati per difendersi dalle accuse di calunnia, diffamazione e accesso abusivo a sistema informatico. I due, quando ricoprivano rispettivamente la carica di presidente di Confindustria Sicilia e presidente dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, avrebbero attuato un piano per screditare l’avvocato Salvatore Iacuzzo, che era stato direttore dell’Area di sviluppo industriale di Caltanissetta dal 1998 al 2007, personaggio, secondo i pm, non gradito all’establishment di quello che è stato definito “sistema Montante”.

 

Il gip del Tribunale di Caltanissetta, Gigi Omar Modica, ha rigettato per la seconda volta la richiesta di archiviazione accogliendo l’opposizione presentata dall’avvocato Gioacchino Genchi, difensore di Iacuzzo.

 

Il 10 luglio 2014, alla Commissione Antimafia, Cicero aveva fatto molti riferimenti all’avvocato Iacuzzo, riferendo che “il pentito Siino aveva detto che al direttore generale dell’Asi Iacuzzo erano stati prestati dei soldi” e accostandone in più occasioni il nome a ditte intestate a “prestanomi di boss mafiosi”.

 

L’avvocato Genchi, nella sua attività difensiva, ha eseguito una ricerca di tutte le dichiarazioni rese dal pentito di mafia Angelo Siino e ha sostenuto che “in nessun verbale c’è traccia di quelle dichiarazioni”.

 

Dalle indagini sarebbe emerso, inoltre, che “non sono risultati contatti telefonici, né diretti, né indiretti tra Salvatore Iacuzzo, e Siino”.

 

Da qui l’opposizione dell’avvocato Genchi alla prima richiesta di archiviazione. Ciò nonostante, appena 15 giorni dopo, il pm ha formulato un’ulteriore richiesta di archiviazione. L’avvocato Genchi, nella nuova opposizione ha evidenziato che il pm ha “lasciato stagionare la denuncia della persona per oltre due anni, senza svolgere al riguardo alcuna indagine”.