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Un telefonino ha tradito la banda degli assalti alle ville: il Nokia 8210 perso durante lo scontro con una proprietaria, che era rientrata all'improvviso nella sua casa di "Città giardino". Quel pomeriggio del 21 agosto 2002 il telefonino squillò tre volte mentre i rapinatori fuggivano: erano la mamma, la moglie e uno strano amico di Giuseppe Di Lorenzo, uno dei capi della banda. I poliziotti delle Volanti rimasero sorpresi non poco quando scoprirono che l'amico era Matteo Di Giovanni, appuntato dei carabinieri in servizio alla Compagnia San Lorenzo. Accaddero cose…
Addormentarono il cane e misero la sirena dell’allarme in una bacinella piena d’acqua. Poi si diressero verso la cassaforte, la aprirono con la fiamma ossidrica e presero preziosi per centomila euro. Ma qualcosa andò male. E lo capirono quando sentirono la porta che si apriva. Era la padrona di casa, rientrata prima del previsto. La donna vide uno dei banditi, cercò di bloccarlo, vi fu una breve colluttazione ma l’uomo — e con lui i suoi complici — riuscirono a scappare. Da giovedì notte, quattro anni dopo, i banditi hanno…
PALERMO - I componenti di una banda di rapinatori arrestati stamani dalla polizia di Stato sarebbero stati in continuo contatto telefonico con investigatori delle Forze dell'ordine e con agenti dei servizi segreti durante i loro colpi a Palermo. Un traffico di telefonate scoperto inseguito al ritrovamento nel 2002 di un cellulare, perso dai rapinatori durante un colpo in una villa di Palermo dove il commando di sei persone aveva portato via 100 mila euro. Stamani gli agenti, in seguito alle indagini coordinate dal pm Maurizio Agnello, hanno arrestato sei persone…
PALERMO - Anche un sottufficiale dei carabinieri avrebbe avuto un ruolo in una rapina messa a segno in una villa di Palermo nel 2002 per la quale stamani la polizia di Stato ha eseguito sei ordini di custodia cautelare. Dall'inchiesta emerge infatti il coinvolgimento del militare Matteo Di Giovanni, detto ''Amedeo'', di 44 anni, che è risultato in strettissimi rapporti con Giuseppe e Salvatore Di Lorenzo, finiti oggi in cella su richiesta della procura. Le indagini hanno accertato che il sottufficiale e Giuseppe Di Lorenzo erano in contatto nelle fasi…
MILANO - Cosimo Cirfeta porterà con sé nella tomba molti segreti: la Sacra Corona Unita, la Mafia e la verità su Marcello Dell'Utri. La polizia penitenziaria di Busto Arsizio (Varese) lo ha trovato morto sabato nella sua cella, nel braccio per i pentiti: Cirfeta era disteso in terra, accanto a lui la bomboletta di gas della cucina. Gli agenti non hanno molti dubbi: «I detenuti si drogano così, sniffano il gas». La procura, però, ha aperto subito un'inchiesta. Anche perché la morte di Cirfeta è comunque un giallo. Proprio sabato,…
Di seguito l'intervista rilasciata da Gioacchino Genchi nell'ambito di uno speciale del Sole 24 Ore sulle intercettazioni. Qui il testo in pdf. «Il sistema è ancora troppo vulnerabile». Per Gioacchino Genchi, funzionario di Polizia in aspettativa e superconsulente informatico per l’Autorità giudiziaria, la sicurezza delle intercettazioni ha ancora margini di perfezionamento. «Ci sono troppi casi in cui agli operatori giungono informazioni non pertinenti. Primo esempio: un decreto di intercettazione può contenere più numeri, anche di operatori diversi da quello al quale è diretto. Secondo caso: per intercettare un’utenza cellulare…
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