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Nessuna truffa all’Inps. Assolto un ottantenne romano accusato di essere un “falso cieco”

Il Pubblico ministero aveva chiesto due anni di reclusione

Comunicato stampa - 7 gennaio 2019 - di Redazione

gdf-roma-finto-ciecoDopo i clamori mediatici che avevano accompagnato l’origine delle indagini sulla c.d. operazione «falso invalido», è caduta l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps per il conseguimento di erogazioni pubbliche contestata a un signore romano di 86 anni (G.V.).

Al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato al Tribunale di Roma, il Gup Gaspare Sturzo ha assolto G.V. con la formula «perché il fatto non sussiste», accogliendo la richiesta avanzata dall’Avv. Gioacchino Genchi. Il Pubblico ministero aveva chiesto due anni di reclusione.

La Guardia di Finanza capitolina aveva pedinato l’uomo dal 9 al 10 aprile 2013. Nelle foto e nei filmati allegati dalle fiamme gialle alle loro informative veniva sostenuto che G.V. avrebbe simulato lo stato di cieco assoluto inducendo in errore l’Inps «che ne riconosceva l’infermità, procurando a sé un ingiusto profitto, quantificato in euro 43.804,80 indebitamente riscosso dal mese di novembre 2008 al mese di marzo 2016».

Dopo la denuncia l’Inps aveva frattanto revocato la pensione di invalidità concessa all’imputato e nel giudizio penale a suo carico, costituitasi parte civile, ne ha pure richiesto la condanna al risarcimento dei danni.

Un’accusa che è caduta grazie alle approfondite indagini difensive svolte dall’Avv. Genchi.

Logo INpsDalle certificazioni e dai referti medici acquisiti presso gli uffici dell’Asl si è accertato accertato come l’istanza dell’imputato fosse diretta esclusivamente ad ottenere il riconoscimento di invalidità civile e non quella di cieco civile. Un dato che sembra aver generato la confusione, causando nel frattempo la revoca dell’indennità. Infatti l’Inps, preso atto della denuncia e dell’indagine penale, riteneva di sottoporre a nuova visita G.V. e alla fine accertava che «mai aveva chiesto la prestazione connessa allo status di cieco assoluto o parziale, ma aveva richiesto e risultava destinatario soltanto di una indennità per accompagnamento per invalidità del 100%». Per completezza, l’Inps nella sua relazione finale faceva riferimento anche ad un accertamento tecnico in sede civile favorevole al G.V. che aveva portato il Giudice civile ad annullare i provvedimenti relativi alla revoca del trattamento, in quanto il Ctu aveva certificato: «Sussistono le condizioni atte ad integrare il diritto al riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. Tali condizioni già riconosciute non sono venute meno nel corso del 2017».

Il colpo di scena nel processo si è avuto quando l’Avv. Gioacchino Genchi, dai metadati dei file delle riprese video-fotografiche dell’imputato, è riuscito a dimostrare come fossero stati cancellati e non depositati al Pubblico ministero i fotogrammi delle riprese che ritraevano l’imputato in condizioni critiche, specie dopo una caduta accidentale in prossimità dell’uscio di casa.

Alla luce degli inconfutabili riscontri medico-legali e dopo una approfondita analisi delle riprese video fatte dai finanzieri, incomplete e prive di continuità, il Giudice, nel motivare l’assoluzione, ha ritenuto che: «Il fatto che l’imputato per due diversi giorni nel lontano 2013 sì sia sforzato, probabilmente in un momento di minimo miglioramento psicofisico o in assenza di qualche persona che lo potesse aiutare accompagnandolo, di cercare di adempiere a qualche suo minimo atto in autonomia, dal punto di vista legale non integra, quanto ai dati formali qui acquisiti, gli estremi oggettivi di una truffa, mancando l’elemento stesso dell’induzione in errore dell’Inps».

Il Procuratore generale di Roma non ha impugnato la sentenza che è passata in giudicato il 7 gennaio 2019.

Il signor G.V. dovrà ora essere risarcito delle mensilità delle pensioni non corrisposte e ritornerà a percepire integralmente le indennità di cui già fruiva, essendo stato frattanto confermato pure in sede civile il giudizio di invalidità assoluta al 100%, con diritto all’indennità di accompagnamento.